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VINITALY ANNULLATO, ARRIVEDERCI AL 2021

VINITALY ANNULLATO, ARRIVEDERCI AL 2021

E alla fine anche il Vinitaly si è dovuto arrendere al Coronavirus. Veronafiere mette fine alla partita che si è disputata in queste ultime settimane, tra i favorevoli e i contrari a Vinitaly per giugno.

La fiera del vino si farà dal 18 al 21 aprile 2021. Una decisione storica, per la prima volta dal 1967 il Vinitaly non ci sarà, una scelta difficile anche se inevitabile. All’inizio la famosa fiera veronese non era convinta di rimandare le date nonostante l’emergenza si facesse sempre più incalzante, poi c’è stato un rinvio a giugno e infine si è dovuto alzare definitivamente bandiera bianca.

Alla fine ha prevalso la prudenza. D’altronde, nei giorni scorsi, a viale del Lavoro erano arrivate tanti messaggi in cui Consorzi e singole cantine chiedevano di rinunciare a questa edizione, sia per non pesare economicamente sulle aziende in un anno già difficile, sia per non rischiare di fare una fiera a mezzo servizio, con pochi buyer internazionali e visitatori dall’estero.

L’ad Giovanni Mantovani aveva risposto con una lettera a tutti gli espositori, ribadendo che la decisione ultima sarebbe stata presa il 3 aprile, data indicata anche dal Decreto del Governo. Le ultime disposizioni hanno, però, accelerato la scelta. Per il direttore generale di Veronafiere, “il post emergenza per noi si chiama rinascita, che fino all’ultimo abbiamo continuato a confidare potesse avvenire a giugno. Ma la crisi sanitaria si è, come evidente a tutti, decisamente inasprita e ciò che inizialmente sembrava possibile ora non lo è più. In accordo con le organizzazioni di filiera, Vinitaly, Sol&Agrifood ed Enolitech si spostano quindi al prossimo anno“. Tuttavia, “ci mettiamo a disposizione del settore e del sistema della promozione per considerare la realizzazione di un evento innovativo il prossimo autunno a servizio delle aziende”.

Ad oggi, sono oltre 200 le manifestazioni sottoposte a revisione di calendario, con una perdita complessiva che sfiora i 6 miliardi di euro e 51.400 posti di lavoro a rischio, senza considerare l’indotto e la perdita di 39 miliardi di euro di export generati dalle rassegne internazionali per le PMI europee.

Servirà un’importante attività di sostegno da parte delle Banche alle aziende vitivinicole nazionali quando finità l’emergenza, dovranno ripartire con ancora più velocità e coraggio.

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