REPORT DI VENETO AGRICOLTURA SULLA CONGIUNTURA DEL SETTORE AGRICOLO NEL 2019
Il valore complessivo della produzione lorda agricola veneta, nel 2019, è stimato in circa 5,85 miliardi di euro, in calo del -7,6% rispetto all’anno precedente. La variazione va imputata quasi esclusivamente alla diminuzione delle quantità prodotte, in particolare delle coltivazioni legnose, mentre i prezzi hanno inciso in maniera alquanto ridotta.
Cereali
Per i cereali le condizioni climatiche sono state sfavorevoli in quanto l’elevata piovosità del mese di maggio ha causato allettamenti nei frumenti e scompensi fisiologici nel mais, con conseguente diminuzione delle rese ad ettaro (-13,6% per il mais, -12,4% per il frumento tenero e, addirittura, -23,7% per il frumento duro). L’aumento delle superfici del +18% per il mais ha comportato una sostanziale stabilità produttiva, mentre i frumenti hanno avuto perdite produttive del -16% (tenero) e del -33,6% (duro). Più o meno stabile l’orzo, in aumento la resa del riso (+5%), nonostante la contrazione della superficie del -4%.
Colture industriali
Per ciò che concerne le colture industriali, la soia ha registrato una resa in aumento del +6,6% rispetto al 2018, nonostante la la presenza della cimice asiatica. In calo gli investimenti (-19%), la produzione (-13,6%) e anche il prezzo, in flessione del 6%, che ha risentito della disponibilità di prodotto della campagna precedente. Le condizioni atmosferiche sono state la principale causa della riduzione delle rese di produzione della barbabietola da zucchero, in calo del -3,3% rispetto al 2018, come pure la produzione (-1,5) e la resa in saccarosio ad ettaro (-7,9%). Male anche il tabacco (-20% la resa su superficie stabile, – 22% la produzione) e la colza (-13% rese, -17% la superficie e -28% la produzione). Gli investimenti a girasole nel 2019 sono aumentati a circa 4.400 ettari (+31,6%), un livello mai raggiunto dal Veneto ma le rese sono state in calo del 4% per il clima sfavorevole (la produzione è salita del +26,5%).
Colture ortofrutticole
Nel 2019 le superfici investite a orticole sono pari a 28.100 ettari, in aumento del +6,3% rispetto al 2018, così suddivise: orticole in pieno campo circa 20.000 ettari (+3,5%), orticole in serra vengono stimate in circa 4.300 ettari (+12,5%); in aumento anche le piante da tubero (3.800 ha, +16,1%). Il valore della produzione ai prezzi di base di patate e ortaggi viene stimato a circa 725 milioni di euro, in aumento del +5,6% circa rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda invece le frutticole, si stima che le superfici dedicate siano state pari a 17.800 ettari, con un aumento del +0,6%, mentre l’olivo è in salita con 5.113 ettari (+0,1%). Sempre nel 2019, il valore della produzione di frutta fresca ha registrato 240,4 milioni di euro, in contrazione del -19,8% rispetto all’anno precedente. Cimice asiatica e maltempo primaverile hanno portato a forti cali nelle rese e nelle produzioni complessive, arrivando ad oltre il -60% per il pero, al -25% per le mele, al -35% per il ciliegio. In calo la produzione del kiwi del -40%, mentre il valore della produzione per l’olivo è in diminuzione del -87%.
Florovivaismo
Nel 2019 il numero di aziende è sceso a 1.418 unità (-2,3% rispetto al 2018). In diminuzione anche la superficie destinata al florovivaismo, che viene stimata a circa 2.460 ettari (-4,7%). La flessione si deve in particolare alle superfici in piena aria (1.810 ha, -5,7%), mentre registrano una perdita più contenuta gli ettari in coltura protetta (645 ha, -1%). La produzione complessiva regionale si rileva in diminuzione a circa 1,59 miliardi di piante (-2,6%): la produzione vivaistica ne rappresenta sempre la quota preponderante (circa 83%), mentre i prodotti finiti costituiscono il rimanente 17% della produzione regionale. Il valore della produzione ai prezzi di base di fiori e piante viene stimato dall’Istat a circa 63,5 milioni di euro (+11% rispetto al 2018).
Vitivinicoltura
La superficie vitata è stata pari a 89.288 ettari, con un aumento annuo del +2,7%, mentre la produzione è stata di 13,2 milioni di quintali, con un calo produttivo del -19,8% rispetto al 2018. La produzione di vino è in discesa del 20% rispetto al 2018, a fronte dei circa 10,3 milioni di ettolitri prodotti. Il 78,3% del vino prodotto in Veneto è di tipo Doc/Docg, con un altro 18% dato dagli Igt. Nel 2019 il Veneto si è confermato primo in Italia per l’export di vino, visto che da solo rappresenta il 36% del valore del settore. Le esportazioni regionali di vino nell’ultimo anno sono state di 2,31 miliardi di euro, con un aumento del +3,2% rispetto al 2018.
Zootecnia
L’anno scorso le consegne di latte in Veneto hanno registrato un calo di quasi il 2% (-1,95%), pari a 1,16 milioni di tonnellate. Il valore della produzione ai prezzi di base del comparto è calcolato dall’Istat in 432 milioni di euro, in aumento rispetto al 2018 (+3,6%), grazie al rialzo della quotazione del latte crudo alla stalla. Infatti, il prezzo ha registrato un valore medio di 39,21 euro/hl (+8%). Al 1° dicembre 2019 il numero di vacche da latte nel Veneto era di 135.329 capi (-5,6%). Sul versante bovini da carne, la produzione è diminuita dell’1,8%, attestandosi a 168.400 tonnellate, in linea con l’andamento nazionale (-1,4%). Il valore della produzione veneta ai prezzi di base, calcolata dall’Istat, è pari a quasi 410 milioni di euro (-1,75%). Il numero di capi macellati di origine veneta arriva a circa 786.000 capi, pari al 30,7% del totale nazionale.
Pesca e acquacoltura
Le imprese ittiche nel 2019 sono 3.092, cifra stabile rispetto al 2018, mentre la flotta, con 652 pescherecci, ha registrato un lieve calo del -0,9%. Nell’ultimo anno la produzione alieutica locale pescata dalle marinerie venete e sbarcata nei sei mercati ittici regionali è stata di circa 20.915 tonnellate, dato che determina una crescita dei quantitativi del +5,7% rispetto al 2018. Al pari dei volumi, anche gli incassi delle vendite del prodotto locale sono in rialzo, visto che al valore di circa 50,7 milioni di euro corrisponde un aumento del +4,7% annuo. In aumento anche i transiti complessivi nei mercati in quantità (+1,8%), ma non in valore (-1,5%).
Previsioni 2020
I tecnici di Veneto Agricoltura hanno elaborato anche le primissime stime di produzione del settore agricolo nei primi mesi del 2020.
Per quanto riguarda le intenzioni di semina, tengono le superfici coltivate a frumento tenero, con lievi variazioni in aumento rispetto ai circa 90.000 ettari del 2019, e a orzo, mentre dovrebbero diminuire ulteriormente quelle a frumento duro, che scenderebbero al di sotto dei 10.000 ettari (con una flessione stimata tra il -25 e il -30%). Per le colture a semina primaverile, le superfici a barbabietola da zucchero dovrebbero mantenersi stabili a circa 10.000 ettari, mentre si stima una flessione degli investimenti a mais granella, le cui superfici dovrebbero calare a circa 150.000/155.000 ettari (-5% circa), a favore delle superfici coltivate a soia che si prevedono in crescita a circa 140.000 ettari (+5%) e di altre colture minori, in particolare girasole, sorgo e colza.
Il brutto tempo nella primavera del 2020 ha danneggiato alcune colture frutticole, in particolare albicocco, susino e pesco, mentre risultano in netta ripresa le rese produttive di ciliegio, melo e pero, che avevano registrato delle rilevanti flessioni nel 2019.
La produzione vitivinicola 2020 non sarà abbondante e la vendemmia è annunciata in anticipo di qualche giorno rispetto alle ultime annate. Le ultime statistiche del commercio estero di vino veneto per il primo trimestre 2020 vedono il Veneto esportare vino per oltre 542 milioni di euro, con un ulteriore rialzo, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, del +7,4%. Il Veneto si conferma al primo posto nel ranking italiano per esportazioni di vino, con una quota sul totale dell’export nazionale del 36%.
Il comparto zootecnico ha subito gli effetti del lockdown, seppure in maniera diversa a seconda della filiera produttiva. Per il bovino da carne è stato da subito penalizzato il vitello, maggiormente collegato al canale Horeca e meno alla spesa familiare, e i bovini adulti, meno il vitellone. I prezzi medi del vitello sono passati da 3,9 euro/kg di gennaio a 3,5 euro/kg di maggio (-10%), situazione che sta perdurando. La filiera suinicola è tra le più colpite facendo emergere debolezze sia strutturali che organizzative. Da fine febbraio si è creata una situazione di eccesso di offerta da parte degli allevatori, in quanto i macelli e le aziende di trasformazione hanno dovuto rallentare il ritmo di lavorazione per le misure anti-contagio (-20% circa). A questo si aggiunge la chiusura del canale Horeca, che assorbe oltre il 20% delle vendite.
Da marzo nel settore della pesca marittima si è evidenziata una diminuzione generalizzata della produzione, anche a causa della chiusura di ristorazione e turismo. Il mercato ittico di Chioggia, insieme a quello di Venezia tra i principali a livello nazionale, ha visto scendere nel solo mese di marzo i quantitativi dei transitati di prodotti alieutici del -48,6% rispetto allo stesso mese del 2019, perdita che sale al -56,6% in termini di incassi, mentre è più contenuto il calo del prezzo medio alla produzione (-15,6%). Al mercato di Venezia la situazione non è tanto diversa, visto che a marzo si sono registrate diminuzioni in volume del -45,9%, a cui ha fatto eco una decrescita degli introiti del -43,4%, mentre ha tenuto il prezzo medio (+4,4%).