PIU’ RISORSE PER LE CANTINE E PER LA PROMOZIONE DEL VINO SUI MERCATI ESTERI
L’Assessorato all’Agricoltura della Regione Veneto ha deciso di rimodulare i fondi messi a disposizione dal Piano nazionale di sostegno al settore vitivinicolo per la campagna 2020-21, con il fine di aumentare quelli destinati alla promozione e dando, nel contempo, maggiori risorse alle cantine venete per investimenti e migliorie.
Saranno spostati oltre 8 milioni di euro, pari al 20% delle risorse disponibili, auspicando il rilancio della “locomotiva” del vino italiano pronta a ripartire per confermare la propria leadership nell’ambito delle esportazioni. Basti pensare che nel 2019 l’export ha smosso un giro di affari per un valore di 1,6 miliardi di euro, cifra che fa del Veneto la prima Regione italiana, e la “quarta potenza mondiale”, dietro a Francia, Italia e Spagna.
“L’emergenza economica creata dalla pandemia – spiega l’assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan – sta causando una stagnazione alle esportazioni dei nostri vini in tutto il mondo. Il vino è la prima voce dell’export agroalimentare del “made in Italy” e per oltre un terzo è prodotto in Veneto: un primato di qualità e di competitività che non vogliamo disperdere. Da qui la scelta di rivedere i criteri di attribuzione dei fondi 2021, che per la Regione Veneto valgono 40,3 milioni.”
Con l’Amarone della Valpolicella DOP, il Prosecco DOP, il Conegliano Valdobbiadene – Prosecco DOP, il Soave DOP e il delle Venezie DOP, solo per citarne alcuni, il Veneto detiene un patrimonio da 97.347 ettari di vigneto, quasi uno su sei del totale nazionale, che, nel 2019, hanno prodotto 10,9 milioni di ettolitri di vino.
I fondi serviranno per promuovere i vini veneti all’estero ed aiutare le bottiglie ad etichetta “Made in Italy” a recuperare quota e competitività dopo l’emergenza che ha colpito il mondo intero. Inoltre, per le cantine della regione Veneto si è pensato ad un “tesoretto” volto a supportare gli investimenti in: attrezzature, migliorie e innovazioni di processo. Elementi fondamentali per lo sviluppo del settore.
La rimodulazione dei fondi, approvata dalla Giunta regionale, integra e rafforza le risorse per l’attività di promozione sui mercati dei paesi extraUE destinando 16,5 milioni di euro (quasi 3 milioni in più rispetto di quanto previsto nel periodo pre-Covid) a interventi di sostegno, alla diffusione e alla commercializzazione dei vini veneti fuori dai confini europei. Inoltre saranno messi a bando 5 milioni in più di risorse pubbliche (per un totale di 12,9 milioni di euro) per investimenti volti a migliorare le cantine e i loro impianti.
L’assessore Pan in merito alla decisione di rimodulazione dichiara: “Si tratta di una scelta valutata e condivisa con i produttori. L’aiuto pubblico per la prossima campagna vitivinicola vedrà, quindi, meno risorse disponibili per la ristrutturazione e la riconversione dei vigneti, in considerazione della giovane età media del vigneto veneto e delle tecniche adottate di efficienza e sostenibilità ambientale che ne consentono una buona redditività, e più risorse per migliorare le metodiche produttive e sostenere le esportazioni“.
Per l’annata vitivinicola vige un cauto ottimismo con il Commissario straordinario di Veneto Agricoltura Alberto Negro che, durante l’evento Trittico Vitivinicolo Veneto 2020 ha fornito le prime anticipazioni: “Nella nostra Regione l’annata vitivinicola 2020 potrebbe dare grandi soddisfazioni ai produttori dato che, al momento, la situazione nei vigneti si presenta quasi ovunque buona sotto il profilo fitosanitario. Sarà quasi sicuramente una vendemmia anticipata di qualche giorno rispetto al 2019 e soprattutto medio-alta sotto il profilo quantitativo”.
Nonostante lo stato di buona salute in cui si trovano i vigneti veneti, non va nascosta la preoccupazione dell’intero comparto per quelle che potranno essere nell’immediato futuro le risposte dei mercati, sia nazionale che internazionale. Per questo motivo la Regione Veneto ha già deciso di implementare le risorse da destinare alla promozione dei nostri vini nei Paesi terzi.