PUBBLICATA LA BOZZA DEL DECRETO CLIMA
E’ composta da 14 articoli, ognuno dei quali ha come obiettivo la lotta all’inquinamento climatico
“Con il Decreto legge sul clima, che presto approderà in Consiglio dei Ministri, l’ambiente torna finalmente a tessere l’azione di governo e ad occupare un ruolo centrale nel dibattito politico”. Lo afferma il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa.
La bozza del Dl Clima Ambiente, il decreto legge recante “Misure urgenti per il contrasto dei cambiamenti climatici e la promozione dell’economia verde” parla da subito la lingua della sostenibilità, almeno nelle dichiarazioni di intenti, dal momento che punta al taglio dei sussidi ambientalmente dannosi, vero e proprio agognato miraggio per la decarbonizzazione dell’economia.
La bozza è composta da 14 articoli così raggruppati:
- Misure urgenti per il miglioramento della qualità dell’aria: dall’articolo 1 all’articolo 8;
- Misure urgenti per lo sviluppo dei parchi nazionali e la tutela degli ecosistemi: art. 9 e 10;
- Disposizioni urgenti in materia di economia circolare: dall’art.11 all’art.13;
- Disposizioni finali: art.14.
Misure che però devono essere incorporate nella Legge di Bilancio da scriversi di qui a breve. Il decreto, oltre a essere il cuore dello sviluppo sostenibile del nostro Paese, dovrebbe rappresentare nell’immediato un punto fermo da rimarcare a livello internazionale in vista del prossimo vertice delle Nazioni Unite tra pochi giorni a New York.
I CONTENUTI DELLA BOZZA
1) La qualità dell’aria
Nel capitolo dedicato al miglioramento della qualità dell’aria, il tema dominante è quello della progressiva riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi (articolo 6). Per il Catalogo stilato dal ministero valgono oggi 16,7 miliardi.
Si comincerebbe con un taglio di almeno il 10% già dal 2020 fino al loro annullamento entro il 2040. Una misura che – viene spiegato – dovrà trovare spazio nella Legge di Bilancio, e che determinerà “un aumento del gettito tributario con effetti positivi per i conti pubblici”.
Tanto che le risorse che lo Stato recupera andranno in un Fondo ad hoc al ministero dell’Economia (per il 50%) per finanziare “innovazione, tecnologie, modelli di produzione e consumo sostenibili”.
C’è poi tutta la parte dedicata ai trasporti. In particolare con un programma di incentivazione del trasporto sostenibile come per esempio un bonus fiscale da 2mila euro per i cittadini che risiedono nelle città metropolitane inquinate – in zone che ricadono sotto procedura di infrazione comunitaria – e che rottamano autovetture fino alla classe Euro 4; in sostanza un credito che i cittadini possono utilizzare, entro i successivi cinque anni, per abbonamenti al trasporto pubblico locale, con servizi di sharing mobility per veicoli elettrici o a zero emissioni.
Altri incentivi, con 10 milioni all’anno (e una detrazione fino a 250 euro sulle spese sostenute dalle famiglie), riguardano il servizio di scuolabus ecosostenibile per gli asili e le scuole elementari e medie sempre per le città più inquinate.
2) La lotta ai cambiamenti climatici
La lotta ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell’aria diventano poi argomenti che approderanno direttamente a Palazzo Chigi, dove sarà istituita una piattaforma ad hoc di cui faranno parte, tra gli altri, anche il ministro dell’Economia, delle Infrastrutture, dello Sviluppo economico.
Compito essenziale sarà quello di redigere un Programma nazionale per il monitoraggio e la riduzione dell’inquinamento atmosferico, monitorare gli investimenti sulla mobilità sostenibile e l’abbandono delle fonti fossili di produzione di energia, studiare gli impatti positivi occupazionali, sanitari ed economici derivanti da una riduzione delle emissioni. Sono previste anche azioni di rimboschimento e l’avvio del premio annuale ‘Città verde d’Italia’.
Altre misure riguardano la necessità di tenere in considerazione nella valutazione delle opere la loro stessa capacità di resilienza (adeguamento e adattamento) ai cambiamenti climatici; l’introduzione della Valutazione di impatto sanitario (Vis) per gli impianti compresi nei Siti di interesse nazionale, cioè le aree maggiormente inquinate del Paese e da bonificare.
In questa chiave i parchi nazionali, e il loro territorio, vengono istituiti come “zone economiche ambientali a regime economico speciale”; sono previste, in alcuni casi, detrazione fiscale e concorso alle spese pubbliche (per esempio 2,5 milioni per le micro, piccole e medie imprese di rifiuti e rinnovabili), oppure finanziamenti fino a 30mila euro a tasso zero per le attività produttive eco-sostenibili, fino a un massimo di 10 milioni di euro.
3) Economia circolare
L’economia circolare è l’anima del modello che si intende perseguire, e viene spinta da un maxi-sconto del 20% (per tre anni) sui prodotti sfusi, ovvero alla ‘spina’, e cioè senza il packaging per evitare gli imballaggi delle confezioni di alimentari e detergenti; lo sconto vale sia per gli acquirenti che per i venditori sotto forma di credito di imposta (fino a un massimo di 10 milioni l’anno).
Il testo prevede anche una modifica al primo decreto Sicurezza quando dispone una velocizzazione dei piani di emergenza interna per gli impianti di stoccaggio e trattamento dei rifiuti. E lascia uno spazio in bianco (sotto il titolo ‘cessazione della qualifica di rifiuto’) per la predisposizione della norma sull’end of waste, ovvero sulle regole per definire il fine vita dei rifiuti; potrebbe essere un modo per offrire una strada privilegiata per queste disposizioni che riguardano la filiera industriale dell’economia circolare, e che serviranno a sbloccare l’impasse delle imprese che aspettano di capire cosa (e come) possono recuperare e riciclare.
IL RUOLO DI BIT SPA
Continuano le novità per il settore della sostenibilità e per la lotta ai cambiamenti climatici. Tali novità pongono le basi per un maggior coinvolgimento del mondo della finanza volto a fornire risposte concrete, che si traducano in strumenti, prodotti e servizi, di contrasto ai cambiamenti climatici.
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