PROGETTO PRO.SE.C.CO PER UNA DENOMINAZIONE SOSTENIBILE
C’è un nuovo riconoscimento, ambito nel settore enoico: si tratta della “denominazione sostenibile”. A ciò mira il progetto “Pro.se.c.co”, puntando all’ottenimento della certificazione dell’intera Denominazione e ad un nuovo modello di governance del territorio. Il fine non è solo un tipo di produzione amica dell’ambiente, quanto raggiungere l’obbiettivo di una sostenibilità che sia anche sociale ed economica con effetti e benefici su tutto il territorio.
Per far questo, dopo la sperimentazione con standard di certificazione elevati, come quelli di Equalitas, occorre che almeno il 60% della superficie vitata – che attualmente corrisponde per la Doc Prosecco a 24.450 ettari, e quindi almeno 14.670 ettari – vengano curati con i severi criteri della sostenibilità ambientale, economica e sociale adottati dal Consorzio con il progetto.
“Come Consorzio sono state realizzate diverse iniziative per la sostenibilità – ha spiegato il presidente del Consorzio, Stefano Zanette – la piantumazione di 76 ettari di nuove siepi nella Denominazione, la promozione e l’incentivazione del settore biologico e dell’Sqnp, la proposta di modifica del disciplinare volta ad eliminare del tutto il glifosato, il folpet e il mancozeb. Ma il progetto “Pro.s.e.c.co” che intende testare le condizioni operative per la sostenibilità ambientale, sociale ed economica, è funzionale all’importante obiettivo, condiviso dal Cda, di ottenere la certificazione di denominazione sostenibile. La sostenibilità è richiesta dal mercato e dalla popolazione. Noi come Denominazione sentiamo l’obbligo di giungere a livelli di sostenibilità elevati, tali da non compromettere i risultati fin qui conseguiti. La sostenibilità diventerà un vanto per i produttori e per il territorio. Ho la convinzione che sarà così, in forza delle iniziative avviate con l’Sqnpi e per l’ampia partecipazione non solo della base produttiva, ma di tutti gli attori della filiera: dalle amministrazioni alle organizzazioni di categoria, dagli enti di ricerca alle figure professionali del territorio”.
Del gruppo di lavoro del progetto, sostenuto dalle Regioni Veneto e Friuli e dal Crea, costituito dal Consorzio stesso, fanno parte il Cirve (Università di Padova), Impresa Verde Treviso-Belluno, importanti personalità in campo vitivinicolo, e le aziende Cantina Sociale di Conegliano e Vittorio Veneto, Le Carline, Le Rive, Santa Margherita e Villa Sandi.