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PRODUZIONE DI OLIO D'OLIVA IN CALO DEL 30%

PRODUZIONE DI OLIO D’OLIVA IN CALO DEL 30%

La produzione di olio di oliva della campagna 2020-2021 dovrebbe attestarsi a 255 mila tonnellate, con una riduzione del 30% sullo scorso anno. Un volume che si discosta significativamente dalla stima di 290 mila tonnellate elaborata all’apertura dei frantoi.

La situazione nazionale è estremamente diversa in base alla zona. In generale, nell’Italia centro-settentrionale, si è verificata una bellissima fioritura. Le piogge estive, anche se abbondanti, non hanno sino ad ora compromesso il buon risultato. Discorso opposto, invece, al Sud Italia a partire dalla Puglia settentrionale dove ha influito innanzitutto una fisiologica alternanza dopo l’abbondante produzione dello scorso anno. Flessione particolarmente consistente negli areali dove si è raccolto fino a molto tardi (febbraio). Nonostante un autunno ed un inverno caratterizzati da una siccità importante, lo stato vegetativo delle piante è apparso in buone condizioni anche grazie al supporto fitosanitario. Tuttavia, nel complesso le olive non hanno subito forti infestazioni da parte della mosca delle olive, pertanto si otterrà un olio di altissima qualità. Permangono nel Salento le problematiche legate alle perdite degli oliveti a causa della Xylella. Poco ottimismo anche aree della Calabria mentre in Sicilia la produzione al momento non sembra discostarsi troppo da quella dello scorso anno ma lontana dall’essere considerata di carica.

Nel contesto internazionaleil principale competitor italiano, la Spagna, prevede un’annata buona ma non all’altezza delle aspettative di qualche mese fa a causa della mancanza di piogge. Le ultime stime provenienti da Madrid e diffuse dalla Ue attestano la produzione a circa 1,45 milioni di tonnellate, il 29 per cento in più sullo scarso 2019. Per la Grecia e Tunisia si stima, invece, una riduzione fisiologica con la prima che non dovrebbe superare le 200 mila tonnellate, mente la seconda potrebbe dimezzare i volumi dello scorso anno. Stando a queste prime stime della Commissione, la Ue dovrebbe produrre poco più di 2 milioni di tonnellate, il 7% in più sullo scorso anno, mentre l’Extra Ue dovrebbe diminuire i volumi.

Un dato che, invece, è decisamente in controtendenza rispetto allo scorso anno, è quello delle scorte all’interno della Ue che si stimano a 610 mila tonnellate, ben il 22% in meno rispetto allo scorso anno. Questo è un elemento favorevole per la ripresa del mercato che apre la campagna produttiva con scorte sicuramente meno ingombranti dello scorso anno. Tenendo conto che la produzione, facendo la somma algebrica di tutte le stime fin qui effettuate, potrebbe non essere particolarmente abbondante l’effetto sui prezzi si è visto rapidamente.

Le ultime settimane, infatti, hanno evidenziato un aumento dei prezzi un po’ in tutti i principali Paesi produttori a partire dall’Italia.

Intanto la domanda estera continua ad essere particolarmente dinamica. Nei primi sei mesi del 2020, la maggior domanda di olio imbottigliato in Italia è arrivata soprattutto dagli Usa (+28) e dalla Francia (+42%). I primi 6 mesi del 2020, inoltre, hanno fatto rilevare anche un importante incremento delle importazioni a volume (+8%) a fronte di una flessione del valore, frutto di una riduzione generalizzata dei prezzi internazionali, mentre le esportazioni, che in volume sono schizzate al 26%, hanno messo a segno un +6% in valore. Questo ha permesso alla bilancia commerciale del settore di stabilizzarsi su terreno positivo, evento piuttosto raro nel settore olivicolo. A beneficiare della domanda italiana sono state soprattutto Grecia, Tunisia e Portogallo mentre la Spagna ha fatto registrare un -27% in volume pur continuando a rappresentare la metà delle importazioni italiane.

COSA POSSONO FARE LE BANCHE?

Per le banche utile favorire collaborazione e confronto con le OP olivicole presenti sul territorio italiano. Le organizzazioni di Operatori riconosciute a norma dell’art. 110 decies paragr. 4 del Reg. (CE) n. 1782/03, possono elaborare programmi di attività ammissibili al finanziamento comunitario in materie di:

  1. monitoraggio e gestione amministrativa
  2. miglioramento dell’impatto ambientale dell’olivicoltura
  3. miglioramento della qualità della produzione di olio di oliva e di olive da tavola
  4. tracciabilità, certificazione e tutela della qualità dell’olio di oliva e delle olive da tavola
  5. diffusione di informazioni sulle attività svolte.

I programmi operativi prevedono investimenti in servizi, macchinari, attrezzature, impianti, immobili, investimenti per l’export sia comunitario che extracomunitario per sostenere un settore che è in crescita di consumi e consensi a livello nazionale e internazionale.

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