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ARRIVANO TEMPI DURI PER L'EXPORT DI VINO ITALIANO CHE VOLA NEL 2019

ARRIVANO TEMPI DURI PER L’EXPORT DI VINO ITALIANO CHE VOLA NEL 2019

Che il 2020 sia un anno durissimo, per tutti, vino incluso, è purtroppo una certezza. Intanto, però, un minimo di consolazione arriva dal recente passato, ovvero il 2019, che nonostante mille difficoltà, in primis le guerre commerciali tra Usa, Cina ed Ue, ha comunque messo a segno l’ennesima crescita.

Nel 2019 cresce infatti l’export vinicolo italiano che supera i 6,43 miliardi di euro e conferma il trend positivo con il +3,1% rispetto al 2018 e il +7,1% sul 2017. Oltre il 60% delle esportazioni in valore dello scorso anno era destinato in Europa, anche se i tassi di crescita maggiori si sono registrati in America (+4,7%) e in Asia (+7,1%).
Secondo le analisi dell’Osservatorio Qualivita Wine su dati Istat, in termini di valore le esportazioni hanno segno positivo per i due principali mercati di destinazione USA (+5,4%) e Germania (+2,5%) – che assorbono rispettivamente 1,54 mld € e 1,06 mld € nel 2019 – mentre segnano una diminuzione in Regno Unito (-5,0%). Crescite anche per Svizzera (+1,6%) e Canada (+2,6%). Confermano trend particolarmente buoni la Francia (+6,5%) – in cui per la prima volta si superano i 200 milioni di export – e i Paesi Bassi (+8,8%), che già avevano fatto registrare rispettivamente il +12,0%, e il +8,0% nel 2018 rispetto all’anno precedente.
Per quanto concerne i grandi mercati extra europei, il Giappone recupera (+13,0%) dopo lo stop del 2018 e la Cina – che continua a coprire una fetta ridotta dell’export (2,1%) – segna valore positivo (+5,3%) nel 2019. Più importante la crescita nel mercato russo (+21,1%) che supera i 130 milioni di euro. Fra gli altri mercati di destinazione si evidenziano i dati della Polonia (+14,1%), Lettonia (+15,9%), Corea del Sud (+14,5%) e Ucraina (+37,9%), tutti Paesi che avevano mostrato tassi di crescita già nell’anno 2018.

Il 60% dell’export vinicolo italiano in valore è destinato in Europa (+1,9%), il 31% in America (+4,7%), il 7,4% in Asia (+7,1%), l’1,2% in Oceania (+4,1%) e lo 0,2% in Africa (+15,4%).

In termini di volumi si registra una crescita del +10,6% del totale export vinicolo made in Italy nel 2019 rispetto al 2018. La crescita in quantità è da registrare soprattutto in Europa (+13,0%) e in Asia (+15,9%), mentre è più contenuta in America (+2,3%) e più bassa rispetto all’aumento in termini di valore (+4,7%), segno che in queste piazze si è riusciti ad affermare un prezzo più alto del prodotto esportato.

QUALI PROSPETTIVE PER IL 2020?

Un quadro tutto sommato positivo, che, però, sarà pressochè impossibile, salvo miracoli, replicare in un 2020 partito con le incognite dei dazi Usa e della Brexit, e poi precipitato a causa della pandemia del Coronavirus, ed in continua evoluzione.
Il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova, è intervenuta a proposito dell’emergenza Covid-19, dichiarando che: «siamo al lavoro insieme ai ministeri della Salute e dei Trasporti perché le nostre merci e i nostri prodotti alimentari non siano penalizzati da richieste e comportamenti irricevibili».
«Stiamo sensibilizzando attraverso le nostre Ambasciate, in accordo con la Farnesina oltre che con il Presidente del Consiglio – informa Bellanova – le autorità degli altri Paesi di quanto sta accadendo alle frontiere e anche della minaccia che la grande distribuzione tedesca possa non accettare le merci se gravate da ritardi. È necessario e urgente che la Commissione Europea richiami tutti i Paesi al rispetto delle regole del mercato unico e alla leale collaborazione – aggiunge il ministro – comportamenti di questa natura, ancorché assunti da singole catene distributive, non si traducano in pratiche e concorrenza sleale, mettendo a rischio i nostri prodotti, soprattutto la catena del fresco e le nostre imprese».
La Bellanova rammenta poi di «aver lavorato senza sosta, in queste settimane, per garantire il corretto funzionamento della filiera alimentare, mettendo in sicurezza per quanto possibile la sopravvivenza di imprese e lavoratori».

COME POSSONO PREPARARSI LE BANCHE?

Le banche possono incontrare e confrontarsi con le aziende vitivinicole ed agroalimentari del territorio di competenza per dare avvio ad azioni di sostegno e finanza in questo momento di forte emergenza. Sarà poi utile concordare con esse le azioni di supporto per le produzioni e la ripresa dell’export non appena possibile.

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