ORA E’ UFFICIALE. NUOVA PAC, SE NE RIPARLA NEL 2023
Dopo lunghe trattative tra i rappresentanti del Parlamento europeo e del Consiglio Ue si è deciso di prorogare l’attuale Politica agricola comune fino al 2023 con rinvio della nuova riforma. Ora l’accordo dovrà essere ratificato dall’Eurocamera e dal Consiglio dei ministri dell’Agricoltura Ue (che raggruppa i ministri competenti dei 27 paesi membri), ma non ci dovrebbero essere imprevisti.
Che cosa significa per gli agricoltori? In primis che le aziende agricole potranno contare su regole certe per ancora due anni e mezzo. Considerato il clima di incertezza generale che sta vivendo l’Europa alle prese con una recessione economica e una pandemia, non è da considerare cosa da poco.
Secondo, che le regioni potranno preparare i nuovi Psr con maggiore facilità, dal momento che i Piani di sviluppo rurale dovranno essere scritti con le regole attuali. Cattive notizie invece per le regioni poco virtuose, che non sono riuscite ad utilizzare tutti i fondi messi a disposizione nei tempi prestabiliti: la proroga dell’attuale Pac non si traduce in uno slittamento delle scadenze.
Terzo vantaggio: viene rafforzata la gestione del rischio, in linea con i risultati del Regolamento Omnibus. Ci sarà un abbassando dal 30 al 20% delle soglie minime di perdita per l’attivazione dei fondi mutualistici contro le avversità climatiche e dello strumento di stabilizzazione del reddito aziendale.
Quarto, ci sarà una estensione dei programmi operativi previsti dall’Ocm. In particolare i programmi operativi del settore ortofrutta e apicoltura previsti nell’Ocm proseguiranno fino alla fine del 2022.
Quinto, ci sarà un’estensione dei diritti di impianto vite. I diritti saranno convertiti in autorizzazioni fino alla fine del 2022, per tener conto di alcuni dei ritardi di impianto dovuti agli effetti di Covid-19 sulla capacità di lavoro nei campi.
Infine, viene modificato il regolamento per la commercializzazione dell’olio d’oliva e dell’olio da tavola, che offre agli Stati membri la possibilità di definire regole di commercializzazione per stabilizzare il funzionamento del mercato, come già accade per il vino.
Il nodo del bilancio Ue
Rispetto alla proposta messa sul tavolo dalla vecchia Commissione, che prevedeva un taglio ai fondi destinati alla Pac, il nuovo esecutivo ha invece proposto un aumento di 10,7 miliardi per il periodo 2021-2027 (+2,8 rispetto al settennato precedente e +7,2% rispetto alla prima proposta della Commissione).
Per il settennato che si conclude quest’anno, l’Ue aveva messo in campo un bilancio Pac pari a 380,8 miliardi di euro. Oggi, per il periodo 2021-2027, la Commissione europea propone 391,5 miliardi, pari a un incremento del 2,8% tra le due programmazioni. Dei 26,5 miliardi aggiuntivi, 16,5 vanno a rafforzare il fondo per lo sviluppo rurale, finanziando anche gli obiettivi del nuovo Green deal. Altri 5,5 miliardi supplementari sono destinati sempre allo sviluppo rurale per supportare la ripresa post Covid-19, e la metà verranno anticipati al 2021. Infine 4,5 miliardi in più andranno ai pagamenti diretti agli agricoltori e alle misure di mercato.