LOMBARDIA REGINA DEL SETTORE SUINICOLO
Il numero dei suini allevati nelle diverse province lombarde è complessivamente di 4,3 milioni così suddivisi, che rappresentano il 50% della produzione italiana:
- Bergamo 299.995;
- Brescia 1.383.936;
- Como 2.212;
- Cremona 820.860;
- Lecco 4.099;
- Lodi 360.000;
- Mantova 1.095.536;
- Monza e Brianza 3.485;
- Milano 72.370;
- Pavia 243.587;
- Sondrio 1.755;
- Varese 1.079
Sono i dati comunicati dall’assessore regionale lombardo all’Agricoltura Fabio Rolfi durante gli Stati Generali della suinicoltura alla Fiera di Cremona e che confermano ancora una volta come la regione Lombardia sia leader nella produzione suinicola nazionale.
Gabriele Canali, direttore del Crefis (Centro ricerche economiche sulle filiere sostenibili dell’Università Cattolica di Piacenza) ha poi evidenziato come sia effettivamente vero che, negli ultimi mesi, i prezzi dei suini e la redditività degli allevamenti siano saliti a livelli decisamente soddisfacenti, ma è tuttavia vero che questo momento favorevole è dovuto a cause del tutto estranee alle dinamiche delle filiere italiane.
“È da marzo – ha spiegato Canali – che sui mercati europei i prezzi dei suini da macello stanno salendo; una dinamica positiva che a partire da luglio ha raggiunto in modo più significativo il mercato italiano“.
Nel frattempo, anche i prezzi delle cosce fresche e dei lombi freschi sono in aumento, ma a causa dei costi di acquisto dei suini da macello, non tanto per un aumento della domanda.
Le esportazioni italiane di carni suine e salumi dei primi 6 mesi sono stabili in valore e in leggero aumento in quantità (+2%), e le importazioni sono in calo del 6% in quantità ma in aumento del +3,5% in valore, a causa dell’aumento dei prezzi.
I consumi di carni suine fresche nei primi 9 mesi dell’anno sono in diminuzione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, anche a causa dell’aumento dei prezzi verificatosi in particolare nel periodo estivo.
In leggero aumento (+1,5%), invece, nello stesso periodo, i consumi di prosciutti Dop, per i quali si è invece registrato un prezzo stabile o in leggera diminuzione.
Detto ciò, il punto è che il driver di gran lunga più importante del significativo incremento dei prezzi dei suini da macello degli ultimi mesi è la forte domanda che la Cina sta riversando sui mercati internazionali, a seguito della crisi produttiva interna dovuta alla epidemia di peste suina africana.
In conclusione, le attuali tendenze positive sono casuali e determinate il più delle volte da condizioni esterne, “subite” dalla filiera nazionale, che a oggi si è mostrata incapace di prendere in mano il proprio futuro. “Ciò che andrebbe fatto – ha proseguito Canali – è attivare una seria interprofessione, che si traduce in una effettiva e strutturata collaborazione tra allevatori, macellatori e stagionatori per elaborare strategie di sviluppo integrate e condivise“.
E in questo senso, un primo ambito è dato dai disciplinari di produzione. “Per anni questo strumento fondamentale è sembrato immodificabile; poi – sottolinea il direttore del Crefis – anche sull’onda degli scandali che hanno interessato i prosciutti Dop pare che si stia lavorando a una loro revisione in tutta fretta, e non è detto che questi due atteggiamenti si compensino positivamente“.
Si ricorda inoltre che il 4 febbraio scorso sono stati pubblicati i chiarimenti sul Piano di azione nazionale per il miglioramento dell’applicazione del Decreto Legislativo 122/2011 che stabilisce norme minime per la protezione dei suini.
IL SUPPORTO DI BIT SPA ALLO SVILUPPO DEL SETTORE SUINICOLO
Si ricorda alle BCC con clienti nel settore suinicolo di richiedere, in occasione di rinnovo affidamenti o finanziamenti, copia della scheda di valutazione allevamento sottoscritta dal veterinario aziendale in considerazione delle nuove normative sul settore del benessere animale (vedi news BIT n.17/2019). Questo al fine di evitare possibili rischi derivanti dal mancato assolvimento dell’obbligo da un lato e dall’altro dalla necessità di affrontare investimenti in adeguamento delle strutture al fine di assicurare benessere animale, un requisito sempre più cogente dal punto di vista normativo.
La nuova e più stringente normativa è altresì un’opportunità per le BCC con clienti nel settore per accompagnare investimenti in ristrutturazione e adeguamento degli allevamenti alle nuove normative.
Gli altri servizi per il settore:
- consulenza per aggregazione tra impresa;
- consulenza per progetti di filiera;
- consulenza per export;
- consulenza per investimenti in efficienza energetica e fonti rinnovabili.