L’EMERGENZA SPINGE L‘E-COMMERCE
L’emergenza coronavirus ha per forza di cose cambiato le abitudini di acquisto degli italiani che si sono trovati a far sempre più uso dell’e-commerce. Seppur in un clima di forte pressione, gli ordini on-line e le consegne a domicilio stanno reggendo e funzionando benissimo. E’ inevitabile pensare che anche una volta che l’emergenza sarà passata niente sarà più come prima e che anche nell’ambito del grocery, l’e-commerce diventerà un’opzione molto più stabile e diffusa nelle abitudini dei consumatori.
Nelle ultime tre settimane, nonostante le file ai supermercati e i carrelli strapieni, i dati Nielsen hanno registrato l’esplosione del ricorso al canale online. Nella settimana dal 24 febbraio al primo marzo, il trend è stato del +81% su base annua, in aumento di circa 30 punti percentuali rispetto alla settimana precedente. Dal 2 all’8 marzo è stato registrato un altro +82,3%, mentre dal 9 al 15 marzo (dopo le ulteriori restrizioni imposte dal governo) si è arrivati ad un +97,2%. Per fare un confronto, basti pensare che nel 2018 il mercato alimentare in Italia rappresentava appena il 5% sul totale di acquisti online, utilizzato per l’1% rispetto ai sistemi tradizionali.
Barbara Labate, Ceo di ReStore (azienda leader nell’e-commerce per la Gdo, la cui piattaforma e servizi di digital marketing servono circa il 30% del grocery online), afferma come “l’e-commerce stia funzionando a pieno regime, anche se in questo periodo particolare sconta il fatto di essere stato concepito per un traffico più ‘normale’”. Ciò non toglie che, ad esempio, anche “molte catene distributive medio piccole del Sud, caratterizzate da notevole capacità e flessibilità, abbiano investito durante l’emergenza e stiano quindi riuscendo ad offrire un servizio di alto livello. E a consegnare la spesa a casa a quanti la richiedono” il che, in questi giorni di emergenza non è poco.
L’emergenza ha accelerato “con un aumento nell’ordine di 100 volte” una tendenza già in atto, che vede l’e-commerce passare “da comodità a necessità”, anche in Italia. Ormai “il problema – afferma Barbara Labate – non è più di domanda, ma di offerta”.
Sulla piattaforma ReStore, le impression mensili sfiorano in media i 44,5 milioni, con un profilo utente al 60% femminile, in maggioranza (56%) tra i 25 e i 45 anni per uno scontrino medio di 85 euro. Ad oggi i beni più ricercati sono gli stessi che vanno a ruba nei supermercati: farina, acqua e, in subordine, cioccolato e dolci, oltre ovviamente a detergenti e disinfettanti tra i quali l’amuchina regina incontrastata.
Durante il mese che va dal 24 febbraio al 24 marzo, i termini più ricercati sulla piattaforma sono stati “bio”, “acqua”, “uova”, “latte”, “farina”, ma anche “patate”, “lievito”, e “carta igienica”. Il primo brand, al 63esimo posto nella classifica dei termini più cercati, è la Nutella.
IL RUOLO DEGLI ISTITUTI DI CREDITO
BIT SPA può supportare le aziende clienti o potenziali clienti degli Istituti di credito per lo sviluppo o il potenziamento dell’e-commerce, settore che avrà sempre più riscontro tra i consumatori, anche una volta che l’emergenza sarà finita.