AGRIVOLTAICO…HABEMUS DECRETO
Finalmente è stato reso noto il tanto atteso decreto con gli incentivi all’agrivoltaico, trasmesso a metà aprile alla Commissione europea e dalla quale si attende il via libera per l’effettiva entrata in vigore, sperando che quella in circolazione sia la versione ultima e definitiva.
DI COSA PARLIAMO?
Parliamo del decreto che attua l’Investimento 1.1 (Sviluppo agro-voltaico) della Missione 2 (Rivoluzione verde e Transizione ecologica), Componente 2 (Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile), del PNRR. La misura prevede di installare almeno 1,04 GW di impianti agrivoltaici entro il 30 giugno 2026.
L’agrivoltaico consiste in un sistema integrato e ibrido in grado di soddisfare le esigenze di produzione energetica e alimentare, rendendo concreta la possibilità di produrre energia elettrica assicurando al contempo la coltivazione dei terreni sottostanti i moduli. La tecnologia agrivoltaica è stata giuridicamente riconosciuta, valorizzata e promossa solo in tempi recenti. E’ una tecnologia che sempre di più suscita l’interesse degli operatori per svariati motivi:
- taglia potenziale;
- valenza innovativa;
- incentivazione – in conto capitale a fondo perduto e incentivazione per l’energia prodotta;
- cumulabilità con la PAC.
Questa tecnologia può apportare numerosi benefici non solo alla azienda agricola ma anche allo sviluppo sostenibile del territorio in cui opera, tra cui:
- risparmio idrico;
- risparmio dei costi energetici;
- aumento delle entrate totali;
- protezione delle colture da eventi climatici estremi;
- recupero di terreni agricoli abbandonati.
E vantaggi in termini di produzione di energia:
- la vegetazione sotto i pannelli può produrre effetti positivi per gli impianti fotovoltaici nei climi caldi poiché l’efficienza del solare fotovoltaico diminuisce quando la temperatura aumenta;
- la vegetazione agisce anche come efficace soppressore della polvere, che di solito è un inibitore significativo dell’efficienza dei pannelli solari.
REQUISITI IMPIANTI
Tra i requisiti impiantistici e di esercizio che dovrà avere l’impianto per poter accedere al PNRR ricordiamo:
- la definizione degli impianti incentivati prevede che si tratti, tra le altre cose, di “soluzioni integrate innovative con montaggio dei moduli elevati da terra, anche prevedendo la rotazione dei moduli stessi, comunque in modo da non compromettere la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale”. Questa continuità sarà verificata con le modalità stabilite dalle linee guida Crea-Gse;
- la dotazione di sistemi di monitoraggio, sulla base di linee guida adottate dal CREA in collaborazione con il GSE, che consentano di verificare l’impatto dell’installazione fotovoltaica sulle colture, il risparmio idrico, la produttività agricola per le diverse tipologie di colture, la continuità delle attività delle aziende agricole interessate. Gli indicatori sul recupero della fertilità 12 del suolo, il microclima, la resilienza ai cambiamenti climatici, sono individuati dal GSE, sentito il CREA, nell’ambito delle regole applicative;
- la superficie minima destinata all’attività agricola, secondo il testo, deve essere almeno al 70% della superficie totale del sistema agrivoltaico;
- l’altezza minima dei moduli dal suolo è fissata a 1,3 metri nel caso di attività zootecnica(altezza minima per consentire il passaggio con continuità dei capi di bestiame) e impianti agrivoltaici con moduli in posizione verticale fissa, oppure a 2,1 metri nel caso di attività colturale (altezza minima per consentire l’utilizzo di macchinari funzionali alla coltivazione);
- la produzione elettrica specifica dell’impianto agrivoltaico deve essere almeno al 60% della producibilità elettrica di un impianto fotovoltaico di riferimento.
INCENTIVI E CONTINGENTI
A disposizione ci sono fondi per circa un miliardo, per la precisione le risorse dedicate sono 1.098.992.050,96 euro. Sono previsti due distinti contingenti di potenza:
- 300 MW destinato al solo comparto agricoloper impianti fino a 1 MW (a seguito di iscrizione in appositi registri);
- 740 MW aperto anche alle associazioni temporanee di imprese, composte da almeno un soggetto del comparto agricolo, per impianti di qualsiasi potenza (a seguito di partecipazione a procedure pubbliche competitive).
Il decreto ministeriale prevede un incentivo composto da un contributo in conto capitale fino al 40% dei costi ammissibili e da una tariffa incentivante sull’energia prodotta e immessa in rete.
- Per gli impianti sotto ai 200 kWè previsto il ritiro dell’energia da parte del GSE e una tariffa omnicomprensiva (ma con possibilità di optare per la tariffa a due vie di cui sotto).
- Per gli impianti di potenza superiore a 200 kW, l’energia elettrica prodotta resta nella disponibilità del produttore, che provvede autonomamente alla valorizzazione sul mercato. Il GSE calcola la differenza tra la tariffa spettante e il prezzo di mercato dell’energia elettrica di riferimento e:
- ove tale differenza sia positiva, eroga gli incentivi applicando una tariffa premio, pari alla predetta differenza, sulla produzione netta immessa in rete;
- nel caso in cui tale differenza risulti negativa, conguaglia o provvede a richiedere al soggetto titolare gli importi corrispondenti.
Le tariffe vengono erogate per 20 anni e sono fissate a 93 euro/MWh per impianti sotto ai 300 kW e a 85 euro/MWh (come valore massimo per l’asta) per progetti sopra ai 300 kW.
Sono però previsti premi aggiuntivi di 4 euro/ MWh per le regioni del Centro e di 10 euro/MWh per quelle del Nord.
L’erogazione degli incentivi è sospesa nelle ore con prezzi di mercato a zero (ovvero nelle ore in cui si registrano prezzi negativi, se venissero introdotti nel regolamento del mercato elettrico italiano).
Il contributo a fondo perduto del 40% invece si calcola su una spesa massima di 1.700 euro/kW per progetti sotto ai 300 kW e di 1.500 euro/kW sopra a quella soglia.
IMPORTANTE OPPORTUNITA’ PER LA BANCA
La Banca può contattare le aziende agricole o zootecniche clienti interessate all’integrazione dell’attività agricola e/o pastorale con la produzione di energia elettrica, tutto questo sulla stessa superficie.
Inoltre può organizzare attività formativa e/o Convegni in cui presentare le principali opportunità per il settore, anche in riferimento al prossimo bando PNRR per lo sviluppo dell’agrivoltaico, facendo intervenire BIT come relatore in qualità di advisor tecnico.
BIT si rende disponibile per:
- formazione alle Banche e organizzazione di Convegni con le aziende agricole e zootecniche clienti,
- supervisione allo sviluppo di progetti di impianti agrivoltaici con il supporto dell’unità operativa Agricoltura per l’integrazione con il comparto agricolo;
- confronto preliminare su iniziative progettuali;
- studio prefattibilità e fattibilità dei progetti;
- Due diligence tecnico-economica ed amministrativa dei progetti.