CRESCONO I PRODOTTI DI QUALITA’ IN PIEMONTE
Nel corso del 2017 tre nuove produzioni regionali sono state inserite nell’elenco ufficiale delle Denominazioni di Origine tutelata dall’Unione Europea:
- Vitellone Piemontese della Coscia IGP (settore carni fresche)
- Ossolano DOP (formaggi)
- Nizza DOP (vino)
Con queste, salgono a 23 le denominazioni piemontesi nel settore alimentare e a 59 nel settore vino.
In Piemonte le 23 denominazioni agroalimentari sono distribuite in 5 settori secondo la suddivisione merceologica dell’Unione Europea.
Vi sono dieci formaggi, tutti DOP ma solo sette di essi (Bra, Castelmagno, Murazzano, Ossolano, Raschera, Robiola di Roccaverano e Toma Piemontese) sono esclusivamente piemontesi.
Tra le cosiddette grandi DOP la più presente in Piemonte è il Gorgonzola che in regione genera un valore di circa 215 milioni di € sui 315 totali mentre è residuale la produzione di Grana Padano con un valore di 15 milioni di €, poco più dell’1% del totale prodotto in Italia. Di particolare interesse è la crescita dell’export del Gorgonzola il cui valore ha raggiunto nel 2016 il 20% dell’intero fatturato.
Il secondo prodotto per fatturato è la Nocciola del Piemonte IGP, che con circa 17 milioni di € di fatturato rappresenta il terzo prodotto ortofrutticolo nazionale. Il mercato di riferimento è totalmente nazionale. Nello stesso settore vi sono altre 5 produzioni tutelate ma presenti in aree più delimitate: il Marrone della Val di Susa IGP e la Castagna Cuneo IGP, presenti nelle aree collinari e pedemontane delle province di Torino e Cuneo; la Mela Rossa Cuneo, con una produzione di circa 220 tonnellate, nelle aree del pinerolese, del saluzzese e del cuneese; il Fagiolo di Cuneo IGP, diffuso in tutta la provincia con una produzione di circa 12 tonnellate; il Riso di Baraggia DOP, coltivato in 28 comuni delle province di Biella e Vercelli, su una superficie di quasi 1.000 ettari e una produzione di circa 550 tonnellate.
Per quanto riguarda i prodotti trasformati a base di carne, in Italia quasi il 50% del valore economico è rappresentato dal Prosciutto di Parma DOP con 816 milioni di €. Tra le DOP del settore, le uniche esclusivamente piemontesi sono il Crudo di Cuneo e il Salame Piemonte. Molto marginale e ristretta a pochi comuni a cavallo tra le province di Torino, Asti e Cuneo è, invece, l’unico prodotto del settore ittico: la Tinca Gobba Dorata del Pianalto di Poirino DOP. Infine, è stato inserito nel 2017 dopo un lunghissimo percorso di approvazione (dal 2009), il Vitellone Piemontese della Coscia IGP, una certificazione riservata alle carni ottenute dalla macellazione di bovini di Razza Piemontese. Gli allevamenti sono presenti principalmente nelle province meridionali del Piemonte e nella Liguria di Ponente. Si tratta di una denominazione nuova volta a tutelare un sistema di allevamento che in Piemonte interessa quasi 300.000 capi e circa 6.000 aziende.
Nel settore vitivinicolo il Piemonte si colloca al 3° posto per valore economico delle produzioni DO dietro a Veneto e Toscana con 352 milioni di € (valore del vino sfuso) pari all’11% del valore nazionale.
La denominazione più importante è l’Asti Dop che racchiude le DOCG “Asti o Asti Spumante”, “Asti Metodo Classico”, “Moscato d’Asti” e “Moscato d’Asti Vendemmia Tardiva”. La produzione si aggira intorno ai 640.000 ettolitri che danno origine a circa 55 milioni di bottiglie di Asti Spumante e a circa 32 milioni di bottiglie di Moscato. Il valore stimato della produzione ammonta a 103 milioni di €, in crescita del 2,6% (valore del vino sfuso). Il mercato di riferimento è prevalentemente estero, infatti solo il 14% dell’Asti ed il 13% del Moscato viene venduto in Italia. I mercati esteri sono tuttavia molto diversificati: l’Asti Spumante è venduto principalmente in Europa (73%), il Moscato più negli USA (69%).
Il secondo prodotto di punta del comparto è il Barolo DOCG con circa 80 milioni di € nonostante una produzione di poco inferiore ai 100.000 ettolitri. Anche per il Barolo è segnalata un’ottima crescita, soprattutto in valore (+8,6%).
BCC e BIT per la crescita del settore
Considerando che i prodotti con denominazioni di origine ricadono in gran parte nei territori di competenza delle BCC, diviene fondamentale per la creazione di impieghi dare sostegno attivo al settore agricolo ed agroalimentare attivo nelle produzioni di qualità.
Con il supporto di BIT SPA le Banche possono dar vita ad un percorso di approfondimento delle conoscenze e all’attivazione di rapporti commerciali per favorire la crescita delle imprese sul mercato.
BIT in particolare può fornire la propria competenza per:
- Analisi economico-finanziaria e gestionaledelle imprese;
- Consulenza per lo sviluppo di Progetti di Filieraregionali e nazionali;
- Consulenza per l’aggregazione di imprese in modo da renderle più competitive sul mercato;
- Consulenza per lo sviluppo del settore biologico;
- Consulenza per progetti di efficienza energetica, impianti per la produzione di energie rinnovabili nelle aziende.
Inoltre BIT SPA, in collaborazione con la BCC, propone la realizzazione di un Workshop in materia di denominazioni di origine come strumenti di valorizzazione e tutela dei prodotti agroalimentari. Il Workshop dal titolo “La Proprietà Intellettuale come strumento competitivo nel settore agroalimentare/vitivinicolo: marchi, denominazioni di origine, brevetti, design, nomi di dominio” intende fare una panoramica sulle diverse forme di tutela per coglierne le opportunità a livello nazionale ed internazionale. Tra i relatori BIT SPA insieme ad uno dei primari Studi di Proprietà Intellettuale a livello nazionale.
Con decreto n. 3731 del 16/03/2018, decreto n. 6914 del 15/05/2018 e decreto n. 9954 del 10/07/2018 sono stati approvati rispettivamente il dodicesimo, tredicesimo e quattordicesimo elenco delle domande ammesse (allegato A) e non ammesse (allegato B) al contributo previsto con il bando per l’efficientamento energetico delle Piccole e Medie Imprese della regione Lombardia, approvato con decreto 8675/2016.
Ricordiamo che il bando è finalizzato alla concessione di un contributo per la realizzazione della diagnosi energetica o l’adozione di un sistema di gestione dell’energia, conforme alla ISO 50001, nelle sedi produttive delle PMI.
Il 12° elenco prevede 8 PMI ammesse per un totale di contributo pari a € 32.150, il 13° elenco vede 12 PMI ammesse per un contributo pari a € 64.300 mentre il 14° elenco 7 PMI ammesse per un contributo totale pari a € 28.865.
Le domande non ammesse per irregolarità procedurali potranno, come in parte è già avvenuto, ripresentare la domanda. Le risorse finanziarie ancora a disposizione sono pari a € 832.393,19 pertanto, è ancora possibile presentare domanda di contributo.
GRANDE OPPORTUNITA’ PER LE BCC
Sono tante le risorse finanziarie ancora a disposizione, pertanto è ancora possibile presentare domanda di contributo.
Le BCC intanto possono:
• promuovere con le PMI clienti la realizzazione della diagnosi energetica con il supporto tecnico di BIT Energia. Per ogni diagnosi effettuata è prevista una fee commerciale (10.000 costo diagnosi, fee di 1.000 euro per la BCC).
• finanziare gli investimenti di miglioramento dell’efficienza energetica che le diagnosi hanno evidenziato come opportuni, grazie al supporto tecnico di BIT SPA e BIT Energia, che valuteranno la fattibilità dei progetti di investimento.