POTENZIALITA’ DEL FOTOVOLTAICO SUI TETTI INDUSTRIALI
In Italia sono presenti 110mila tra stabilimenti e capannoni industriali con tetti idonei all’installazione di impianti fotovoltaici di grande taglia. Circa 300 km quadrati di superfici, sufficienti a realizzare 30 GW di nuove installazioni. Un potenziale che, se valorizzato, potrebbe aiutare la transizione ecologica del Belpaese e contribuire al caro-bollette che affligge le imprese. Si tratta di un intervento in grado di attivare tra i 30 e i 36 miliardi di euro di investimenti e che porterebbe a un risparmio di emissioni di CO2 di circa 9mila tonnellate all’anno. Un’opportunità da non perdere visto che la generazione da solare fotovoltaico in Italia dovrà triplicare nei prossimi 7 anni, passando dai circa 25 GW attuali a 75 GW.
La stima sulle superfici è stata svolta da Cerved, la tech-company che ha messo a sistema le tantissime informazioni di cui dispone tra cui analisi satellitari per l’esame del territorio, consumo energetico delle aziende e loro robustezza finanziaria, i costi degli impianti fotovoltaici – e investito in un’applicazione per elaborarle attraverso le tecnologie di intelligenza artificiale, favorendo così l’incontro tra aziende e istituti finanziari che vogliono supportare lo sviluppo della produzione di energia pulita. Cerved ha geolocalizzato gli immobili e i siti produttivi con una copertura unitaria superiore ai 2.000 mq, sufficientemente ampi per installare impianti di almeno 200 kW, soglia che li rende attrattivi per gli operatori specializzati. Sono stati individuati i tetti piani oppure orientati a sud/sud ovest, ideali per l’irraggiamento, che rappresentano il 65% circa del totale e sono state tolte eventuali ostruzioni, in media il 3% delle superfici. Infine sono state analizzate le caratteristiche del territorio (precipitazioni, distanza dalla rete elettrica, vincoli paesaggistici, rischio idrogeologico, comunità energetiche).
«Molte aziende potrebbero produrre energia dal fotovoltaico ma non hanno idea del loro potenziale di produzione», afferma l’amministratore delegato di Cerved Andrea Mignanelli, «Le imprese energivore, ad esempio, che in questo momento stanno sostenendo degli elevati costi di approvvigionamento, potrebbero avere grandi benefici dall’installazione di impianti propri. Allo stesso tempo, anche le banche vorrebbero intercettare questi casi e sostenerli in maniera mirata. Cerved mette a disposizione tutti i dati per sostenere tale innovazione, e grazie all’elaborazione di specifici algoritmi ha stilato una mappa delle aziende, completa di indirizzo e ragione sociale, a cui proporre finanziamenti ad hoc. È un contributo concreto a supporto della transizione energetica, come già facciamo con la produzione dei rating ESG emessi della nostra Rating Agency o con i modelli di rischio climatico che produciamo. Siamo in un momento storico di forte discontinuità, in cui dati e tecnologie avranno un ruolo centrale per comprendere i rischi, ma anche le opportunità. Una delle maggiori sfide per le imprese italiane riguarda proprio la transizione energetica, che per essere implementata su vasta scala deve coinvolgere sistema produttivo, innovazione tecnologica, politica e sistema finanziario».
Tra le opportunità per le aziende italiane, sicuramente vi sono le Comunità energetiche rinnovabili (CER), per le quali però si attende ancora il decreto ministeriale chiamato a regolarne l’incentivazione tramite tariffa e contributo in conto capitale. Un’altra novità, seppur per determinati settori, è costituita dalla misura del PNRR che incentiva tramite un contributo in conto capitale la realizzazione di parchi solari, ossia impianti fotovoltaici sui tetti delle aziende agroindustriali (oltre che agricole e zootecniche) appartenenti a determinati Codici Ateco che saranno pubblicati in relazione al nuovo Bando che uscirà tra pochissimo. Non dimentichiamo poi il Decreto FER 1 che è arrivato al 12° bando il quale si chiude proprio nella giornata di oggi, 30 giugno, ma che prevederà la pubblicazione di ulteriori procedure. Alla luce delle opportunità appena elencate, è doveroso specificare che tutti gli impianti fotovoltaici in autoconsumo sono ormai da considerarsi sostenibili anche senza incentivi.
Per quelle industrie che possono e vogliono investire sui propri tetti, l’occasione è più che ghiotta. Le Banche hanno l’opportunità di finanziare questi investimenti grazie anche il supporto di BIT che ne valuterà prima la fattibilità preliminare e poi effettuerà la Due Diligence. Saranno messi in luce rischi e minacce ed elaborate proposte per la loro mitigazione affinché la Banca possa procedere con il finanziamento.