L’agricoltura bio raggiunge il milione e mezzo di ettari e mantiene una redditività più elevata rispetto alla produzione convenzionale. I PSR sostengono questo settore ma c’è ancora spazio per “affinare” la mira.
È uscito BIOREPORT 2016, la pubblicazione che analizza, a partire dal 2011, l’evoluzione dell’agricoltura biologica italiana.
Dai dati del volume si evince come il settore biologico italiano sia sempre più dinamico: alla crescita della domanda nazionale si è aggiunta quella piuttosto sostenuta dell’offerta, essendo aumentata la superficie biologica e in conversione, arrivando a un milione e mezzo di ettari (il 12% della SAU totale). I dati relativi agli operatori del settore evidenziano un aumento della componente trasformatori nelle regioni del Sud, tradizionalmente area di polarizzazione dei produttori biologici.
Un segnale di stabilità proviene dai risultati della conduzione delle aziende biologiche. I dati RICA, infatti, confermano per queste ultime una redditività ancora una volta più elevata rispetto a quella delle aziende convenzionali, grazie al minor impiego dei mezzi tecnici e a una spiccata propensione a diversificare le fonti di reddito aziendali a fronte di una minore produttività della terra e del lavoro.
Le risorse nei PSR 2014-2020
Le risorse assegnate alla misura 11 Agricoltura biologica per l’attuale fase 2014-2020 a favore della conversione e del mantenimento dell’agricoltura biologica ammontano complessivamente a 1,69 miliardi di euro, il 9,1% delle risorse pubbliche stanziate per i PSR in Italia, risorse tutte direttamente finalizzate al raggiungimento degli obiettivi della priorità 4. La Regione che ha scelto di investire maggiormente nel sostegno all’agricoltura biologica è la Calabria, che ha destinato alla M11 il 21,7% delle risorse del Programma, mentre si rileva la percentuale più bassa con riferimento alla Provincia autonoma di Trento (0,9%).
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